Oggi, le risorse della terra vengono utilizzate a un ritmo più veloce che mai. E ciò accade nonostante il fatto che spesso tali risorse siano limitate

Sostenibilità significa economizzare sulle risorse disponibili. Le persone che vivono in determinate parti del mondo oggi non dovrebbero vivere a spese di individui in altre regioni del mondo, né a spese delle generazioni future. 

La sostenibilità interessa tutte le aree della nostra vita quotidiana e le attività economiche ed è, di conseguenza, un compito per l’intera società. Questo principio guida richiede che la società si sforzi di diventare rispettosa dell’ambiente, socialmente giusta ed economicamente produttiva.

Abbiamo solo questo mondo. Dobbiamo tenerlo vivibile per tutti per molto tempo a venire.

Per questo è importante conoscere cos’è lo sviluppo sostenibile, e quali sono gli obiettivi del programma Agenda 2030.

Sviluppo sostenibile: l’origine

La prima definizione ufficiale di sviluppo sostenibile é:

“Sviluppo che soddisfa i presenti bisogni senza compromettere la possibilità per le future generazioni di soddisfare I futuri bisogni”.


“Our common future” il rapporto pubblicato da the World Commission on Environment and Development nel 1987, anche conosciuto come Rapporto Brundtland.

Uno sviluppo che riguarda realmente l’equità, la riduzione della povertà, la riduzione dell’uso delle risorse e l’integrazione di parametri economici, ambientali e sociali nel prendere decisioni.

Il tema principale dell’idea di sviluppo sostenibile riguarda l’esigenza di un cambiamento potenziale della visione del rapporto tra attività economica e mondo naturale.

Si sostituisce il modello economico dell’espansione quantitativa (crescita) con quello del miglioramento qualitativo (sviluppo) come chiave per il progresso futuro.

Ecco perché si predilige parlare di sviluppo sostenibile e non più di crescita.

lo sviluppo sostenibile
La sostenibilità è un processo continuo che coniuga le dimensioni sociale, economica e ambientale.

Gli obiettivi internazionali dello sviluppo sostenibile

Alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo tenutasi nel 1992 a Rio de Janeiro, la comunità internazionale si è impegnata per la prima volta a rispettare il principio generale dello sviluppo sostenibile. 

In particolare, la comunità internazionale si è impegnata a fermare il crescente divario sociale tra le nazioni industrializzate e i paesi in via di sviluppo e a proteggere meglio le risorse naturali in via di estinzione. 

L’Agenda 21, un programma d’azione per il 21° secolo, è stata adottata alla Conferenza di Rio proprio a tal fine.

Al vertice delle Nazioni Unite su Millennium Development Goals (MDGs) nel settembre 2010, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto la creazione di un’agenda di sviluppo per il periodo successivo, nel 2015. 

In questo contesto, la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Conferenza Rio + 20 ) nel 2012 ha emesso due mandati (tra gli altri):

  1. il primo è la creazione di un gruppo di lavoro per l’elaborazione di una relazione entro settembre 2014 con proposte concrete per obiettivi di sviluppo sostenibile;
  2. il secondo è che un comitato di esperti elabori delle proposte su come affrontare il finanziamento dello sviluppo sostenibile. 

La conferenza Rio + 20 ha deciso di redigere l’agenda di sviluppo post 2015 – un sistema di obiettivi universalmente applicabili per tutti i paesi, che affronta aspetti di sviluppo e sostenibilità. 

L’agenda post 2015 è stata ribattezzata Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile con la conclusione di negoziati intergovernativi il 2 agosto 2015. 

L’agenda del 2030 ha riunito due processi di negoziazione delle Nazioni Unite precedentemente separati, vale a dire il processo di Rio avviato al vertice della Terra nel 1992 e gli obiettivi di sviluppo del millennio. Questi processi sono stati ora uniti insieme sotto la voce “Transforming our World“.

cos'è lo sviluppo sostenibile

Lo sviluppo sostenibile: Agenda 2030 – gli obiettivi

L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, precedentemente chiamata agenda post 2015, è un programma sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

I 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile in essa contenuti (Sustainable Development Goals, SDGs), per lo più da raggiungere entro il 2030, daranno un forte impulso alla trasformazione delle nostre economie verso uno sviluppo significativamente più sostenibile in tutto il mondo. 

La necessità di cambiamenti a livello globale è sottolineata da:

  • cambiamenti climatici
  • perdita di biodiversità
  • povertà
  • fame
  • pratiche economiche che comportano un elevato consumo di risorse.

Qual è la posizione dell’Italia relativamente al raggiungimento degli obiettivi? Dal Rapporto ASviS 2019 (l’ASvis è l’Agenzia italiana per lo sviluppo sostenibile) dal titolo “L’Italia e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” emergono contraddizioni: ritardi da un lato e segnali incoraggianti dall’altro.

Tra questi ultimi si evidenzia l’impegno del Governo a:

  • inserire nella Costituzione il principio dello sviluppo sostenibile
  • dotarsi di un’agenda urbana
  • orientare le politiche a favore della green economy, dell’economia circolare e della lotta alle disuguaglianze, comprese quelle di genere. 

Obiettivi di sviluppo sostenibile e imprese: il contributo delle imprese agli SDGs

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile riconosce una grande importanza al ruolo del settore privato nel raggiungere gli obiettivi fissati. 

Proprio per questo The Governance & Accountability Institute ha pubblicato lo studio “Sector Study on Sustainability Materiality of the SDG Targets and Gri Indicators”, suddiviso in 40 pubblicazioni specifiche per settori. Alcuni dei settori interessati sono: prodotti farmaceutici, viaggi e tempo libero, industria del tabacco ecc. 

Per ogni comparto sono elencate le società di cui sono stati analizzati i report di sostenibilità, e valutati gli interessi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile per giungere ad assegnare un punteggio.

Questo studio è uno strumento fondamentale a disposizione dei leader aziendali e degli investitori per capire quali settori industriali e modelli di business sono più in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Crediamo che le decisioni riportate nei report di queste 1.387 organizzazioni di tutto il mondo, divise in 40 settori, rappresentino un potente insieme di big data” ha affermato Louis Coppola, co-fondatore del Governance & Accountability Institute.

Analizzando il Rapporto generale si nota però come non ci sia nessun settore che raggiunga il punteggio massimo.

Il comparto automobilistico, quello delle energie alternative e dell’aerospazio sono i settori dove si registrano i punteggi mediamente più alti, pur senza mai eccellere in nessun Obiettivo di sviluppo sostenibile. 

La strada da fare è quindi ancora molto lunga e molte le azioni da compiere per raggiungere i risultati stabiliti nell’Agenda. In Endurance Group aiutiamo a portare consapevolezze nelle aziende, sviluppando innovazione in modo responsabile. Ecco come possiamo aiutare la tua impresa.

In conclusione

La sostenibilità non è però solo un compito dello stato o delle imprese private. Ogni cittadino può contribuire a rafforzare il principio di sostenibilità nella nostra società.

Ad esempio quando si acquistano prodotti alimentari o vestiti, quando si consuma energia o quando si sceglie dove andare in vacanza.

L’attenzione si concentra su consumi e investimenti rispettosi dell’ambiente e delle risorse. Decidendo consapevolmente di acquistare prodotti sostenibili, i consumatori possono motivare le aziende ad applicare il principio di sostenibilità alle loro procedure di produzione.

La sostenibilità è un vantaggio per tutti noi.

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